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Tortolì PDF Stampa E-mail

Clero regolare. Ora rimane in Tortolì il solo conventino degli agostiniani, dove abitano pochi religiosi (due sacerdoti e tre o quattro conversi), i quali vivono di questua; ma in altro tempo (da 80 a 90 anni addietro) vi erano pure i cappuccini.In questo territorio non si osservano vastigia di antiche popolazioni, perché fin da primi tempi che il mare fu percorso dai barbari o stabiliti nell’Africa, come i vandali ed i saraceni, od africani, come i berberi, comunemente detti barbareschi, la maremma restò disabitata in massima parte, non essendovisi mantenute che le maggiori popolazioni, alle quali si riunivano quelle delle piccole borgate.Ebbero luogo ne’ secoli passati moltissime invasioni, e molti combattimenti gloriosi per gli ogliastrini; ma noi ignoriamo le date e i particolari, perché la tradizione mancò sui medesimi.Tortolì era già capoluogo del marchesato di Quirra. Gli ogliastrini fra tutti i vassalli feudali erano i meno vessati, avendo ottenuto certi capitoli di grazie, anzi a dir più vero avendo essi acquistato mediante donativo certe immunità a franchigie, per i quali privilegi si resero leggierissima la dominazione feudale, sotto cui i popoli di altre regioni  e feudi posseduti dallo stesso conte o marchese gemevano oppressi.Mentre non ho alla mano documenti non mi è possibile di particolareggiare i fatti e di notare le giuste date; non pertanto deve tenersi vero che in diverse contingenze avendo il signor dell’Ogliastra domandato a’ suoi vassalli certe somme per occorrere a’ propri bisogni, ciascun comune in adunanza generale eleggeva un sindaco, o procuratore, e lo investiva di pieni poteri; che questi procuratori radunandosi in Tortolì nella chiesa della Vergine di Monserrato conferivano, deliberavano e trattavano col procuratore del marchese, ed offrivano quella somma, della quale si erano tra lor accordati, ma con la condizione che il signore concedesse loro certe esenzioni, e diminuisse certe gravezze.Queste conferenze perché aveano certa somiglianza col parlamento nazionale, si dissero corti, e le concessioni, perché somigliavano a quelle che facevano i Re a tre stamenti dopo l’offerta del donativo, ottennero parimente il nome di capitoli di grazia. Se il barone non era presente dopo deliberata l’offerta, si sospendeva il parlamento sino a che venisse la sua ratifica. Allora si riunivano un’altra volta, e compiuto con tutte le formalità il contratto l’assemblea si scioglieva.Siccome il feudatario nella concessione delle grazie obbligava sé e i suoi successori, quindi i vassalli pretesero prima che ciascuno de’ successori nella signoria prendesse possessione del feudo o per sé, o per speciale suo procuratore, giurasse l’osservanza de’ capitoli di grazia, e presso una pietra posta in sul confine del dipartimento di Chirra con l’Ogliastra doveano i signori od i loro procuratori giurare di osservare tutte le grazie. Solamente dopo quest’atto si permetteva che entrassero nell’Ogliastra.

Nuraghi. Nel territorio di Tortolì non si può notare che un solo nuraghe, detto de su Ortali, prossimo alla chiesa di SS. Salvatore, la quale trovasi a circa un miglio dall’abitato procedendo verso il mare alla destra.

 



 
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